Da qualche anno sorge a Bisacquino un “Museo dell’Orologio” sito in Corso Umberto n°76, (nella vecchia bottega), voluto fortemente dal suo proprietario, PAOLO SCIBETTA, nato a Bisacquino il 6 settembre 1912 e deceduto l’1 giugno 2004, Bisacquinese considerato l’ultimo “artigiano del tempo”. Egli infatti diceva che i soldi non sono tutto nella vita, avrebbe potuto guadagnare molto di più nella sua vita, ma ha lavorato con passione, amore e dedizione con l’obiettivo di lasciare al Paese e alle generazioni future un ricordo che va oltre la vita, la tradizione di una generazione di orologiai, che con le loro opere segnano il tempo che scorre.
Persona di grande spessore culturale e di finezza intellet-tuale, insignito con attestato di beneverenza nel 2003 dalla Provincia Regionale di Palermo per l’attività svolta durante la sua vita.
La bottega degli Scibetta è stata visitata da “LUCHINO VISCONTI“, in occasione della realizzazione del film del romanzo “Il Gattopardo“ di Tomasi di Lampedusa, oggi è stata trasformata in Museo dell’Orologio sotto la tutela della soprintendenza dei beni culturali di Palermo. Scibetta famiglia d'orologiai arriva a Bisacquino, nel 700, il capostipite Rosario si trasferì da Castrofilippo, riconvertendo il vecchio mestiere di armaiolo (pistole, fucili da caccia) in quello di costruttore di orologi meccanici da torre. La sua attività venne portata avanti dal figlio Calogero (1800- 1897) al quale si deve la costruzione di n° 5 orologi da torre, che fanno oggi bella mostra di sé. Gli orologi costruiti dal 1830 al 1860 da Calogero sono: 1)Bisacquino (torre San Vito), 2)Castelvetrano (Itria), 3)Campofiorito (torre civica), 4)Corleone (Municipio), 5)Salaparuta (chiesa madre). Un gran lavoro nella tradizione lo ha fatto il nipote Vincenzo, che ha costruito ben 47 orologi da torre, un suo orologio ottenne un premio all’esposizione Agricola Siciliana di Palermo (1892). I suoi orologi sono presenti: 1)Agrigento, 2)Altofonte, 3)Bagheria, 4)Belmonte Menzagno, 5)Bisacquino (municipio), 6)Bisacquino (chiesa madre), 7)Bolognetta, 8)Borgetto, 9)Calamonaci, 10)Cartabellotta, 11)Carini, 12)Castronovo, 13)Casteldaccia, 14)Castelvetrano, 15)Caltavuturo, 16)Ciminna, 17)Chiusa Sclafani, 18)Contessa Entellina, 19)Corleone (chiesa madre), 20)Cinisi, 21)Gratteri, 22)Giuliana, 23) Locati Buonpietro, 24)Lercara Friddi, 25)Marineo, 26)Menfi, 27)Mezzojuso, 28)Palermo (S. Lorenzo), 29)Partinico, 30)Petralia Soprana, 31)Petralia Sottana, 32)Porto Empedocle, 33)Roccapalumba, 34)Ribera, 35)Roccamena, 36)Gibilmanna (santuario), 37)Santaflavia, 38)Santa Ninfa, 39)Sciacca (municipio), 40)Sciacca (chiesa madre), 41)Sciara, 42)Termini Imerese (comune), 43)Termini Imerese (chiesa madre), 44) Torretta, 45)Trabbia, 46)Vicari, 47)Villa S. Giovanni (FF.SS.).
Al pronipote Natale, vissuto tra il 1878 e il 1944 a Bisacquino, si deve la costruzione di n°6 orologi da torre collocati precisamente ad: 1)Aquino (Monreale), 2)Cefala Diana, 3)Corleone (Sant’ Elena), 4)Campofelice di Fitalia, 5)Palermo (Stazione Ferroviaria Santa Lucia) 6)Piana degli Albanesi. Particolare interesse ha l’orologio costruito dai tre fratelli Scibetta, Vincenzo, Paolo e Rosario, il cosiddetto “Orologio Geografico Universale” che sincronizza il fuso orario di Roma con quello dei più importanti del globo terrestre. Per la sua originalità è stato brevettato con il n° 1715, persino riconosciuto alla terza fiera del Mediterraneo. Ai tre fratelli si devono 30 orologi, di cui 14 a carica elettrica, apprezzati per la robustezza e la precisione. Sono presenti a: 1)Baucina, 2)Balestrate, 3)Capaci, 4)Cammarata , 5)Corleone, 6)Castellammare del Golfo, 7)Comiso, 8)Contessa Entellina, 9)Giardinello, 10)Lascari, 11)Piana degli Albanesi, 12)Montelepre, 13)Villafrati, 14)Villagrazia di Carini, 15)Terrasini, 16)Vittoria; mentre quelli a carica elettrica sono a: 1)Caccamo (cattedrale), 2)Caccamo (San Giuseppe), 3)Calamonaci, 4)Campofelice di Fitalia, 5)Carini, 6)Baucina, 7)Cerda, 8)Favignana, 9)Ficarazzi, 10)Ficarazzelli, 11)Ficuzza (Palazzo Reale), 12)Palermo (Università Palastor), 13)Palermo (Università rett.), 14)S. Cristina G.. L’ultima generazione della famiglia Scibetta non ha più portato avanti l’antica tradizione di orologiai, in quanto i cinque figli di Paolo, professionisti affermati, non hanno portato avanti il lavoro dei propri avi. Il primo orologio da torre costruito da Paolo nella sua attività di artigiano, è stato collocato nella chiesa di Baucina. Dopo poco tempo però è stato costretto a cambiarlo con un orologio a carica elettrica a causa di una scala che rendeva difficile l’accesso alla torre. Fra i clienti più illustri Paolo annovera, il regista Luchino Visconti, che venuto a conoscenza dell’artista orologiaio, ha esortato lo stesso a costruire un fac-simile di orologio molto rumoroso. Nella produzione del film “Il Gattopardo“ gli commissionò un orologio dal movimento più rumoroso in maniera tale, da fare da sottofondo ad una scena boccaccesca interpretata dalla Cardinale e da Alan Delon. Malgrado gli sforzi, la scena del film è stata tagliata perché subì le forbici della censura, l’orologio che aveva realizzato era stato di scarsa fattura, infatti dopo la sua utilizzazione cinematografica doveva essere distrutto. Per realizzare un vero orologio da torre, occorrono circa quattro mesi di duro lavoro. Si parte dal disegno, per continuare con il quadrante in plexiglas opalino, i numeri, le lancette, il materiale elettrico, che si comprava a Palermo come spiega Paolo Scibetta. Un altro lavoro gli fu commissionato dal comune di Bisacquino per l’acquedotto comunale, negli anni 60, consistente nella costruzione dei contatori idrici che furono giudicati perfetti dall’ingegnere
Leone di Palermo. Ancora oggi è presente nel museo un esemplare. Da circa 300 anni gli orologi della famiglia Scibetta sono serviti ad indicare ad intere generazioni di uomini, donne e bambini, la sveglia, l’entrata a scuola, il mezzogiorno, l’ave maria e la mezzanotte. Da qualche anno tutti gli attrezzi che hanno contribuito alla costruzione degli orologi da torre sono esposti all’interno della bottega artigianale, oggi diventata “MUSEO DELL’OROLOGIO” pronto per essere visitato dai tanti turisti e visitatori che arrivano nel nostro paese. Di seguito è riportata una breve descrizione del Museo; il locale si trova in Corso Umberto n° 76 a Bisacquino, è fornito all’esterno di una insegna in ceramica, ben visibile dalla strada. Il locale è formato di due stanze di circa 30metri quadrati ciascuna, all’interno delle quali sono pre-senti tutti gli attrezzi per la costruzione degli orologi, i banconi da lavoro, alcuni esemplari di orologi, una cartina geografica della Sicilia, fatta in lamiera, dove è indica l’esatta ubicazione e la collocazione di tutti gli orologi costruiti dalla famiglia, nei vari paesi della Sicilia.
Entrando a sinistra sono presenti due pannelli espositivi con foto, dell’avvenuta partecipazione alle varie fiere, (fiera di Milano, fiera del Mediterraneo Palermo). Gli attrezzi presenti all’interno so-no: Tornio Parallelo, banco prismatico di gran precisione; testata a tre velocità, carrello portautensili con avanzamento a vite e barra scatola “Norton”, supporto a croce per la costruzione di viti piane, macchina acquistata da Natale, dopo un esperienza maturata alle officine “SCAT” di Torino, fresatrice: costruita da Vincenzo negli anni 60, periodo di massima attività della fabbrica, tornio parallelo per lavori pesanti è dotato di ruota di ritardo, per consentire maggiore incisività all’utensile di lavoro (allo stesso tornio sono applicate le varie combinazioni per le costruzioni delle madreviti, costruzione di Vincenzo seconda metta 800), stessa macchina sopradescritta, ma per usi diversi cioè per la fresatura delle ruote ad angolo per lavori di serie; come viti, bulloni, piccoli viti ed accessori, trapano a colonna: di costruzione industriale “Carlo Naef” acquistato da Vincenzo, questa macchina serve anche per lavori diversi come scannellature per chiavette, trapano americano per grossi fori, regalato dai frati del santuario di San Calogero di Sciacca, quando i Saccensi d’America hanno regalato l’orologio del Santuario (il montaggio e collocamento eseguito gratuitamente da Vincenzo Scibetta è stato compensato, con il regalo del grosso trapano), orologio da torre gran suoneria: ore- quarti- mezzogiorno mezzanotte (le ore da uno a dodici battute su campane di tono differenti alle battute dei quarti da uno a tre ogni quindici minuti, costruito da Paolo nel 1947 collocato sul campanile della Matrice di Baucina, l’orologio è poi stato sostituito con un altro sempre di costruzione di Paolo Scibetta, in conseguenza del restauro del campanile avvenuto nel 1987). Nella prima stanza è presente “l’Orologio Geografico Universale”
che sincronizza il fuso orario di Roma con l’ora dei più importanti fusi orari del globo terrestre. All’ interno delle due stanze, esposti nelle varie pareti e sopra i banconi da lavoro e vicini alle varie macchine sono presenti tutti gli utensili che servivano negli anni della lunga attività per la costruzione e la lavorazione degli orologi. Nel museo di Bisacquino è stato creato un angolo, che rappresenta il lavoro che veniva svolto dall’orologiaio. Esposto un orologio a “gabbia” da torre fun-zionante, e tutto intorno una serie di attrezzi che servivano per la realizzazione degli orologi, tra i quali una “fonderia” nella quale sono entrate a migliaia vecchie pentole di rame (da “legare” col piombo e il rame) e sono usciti ingranaggi, ruote ancora funzionanti. La realizzazione di questo spazio dedicato all’ artigianato dell’orologio è stato possibile, grazie a Paolo Scibetta che ha donato al comune di Bisacquino la fonderia, la ventola, il mantascio, anche una buona parte d’utensileria. Oggi il Museo dell’Orologio potrebbe essere più ricco e completo, ma grazie alla sua generosità, questo non è più possibile. Questi altri esemplari possono essere ammirati al Museo Civico di Bisacquino.
Per visite contattare famiglia Scibetta
Tel: 0918351033 - 091851719
Valerio Scibetta
Via stazione, 18
0918351239 cell 3393305599
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